I 28 giorni adesso sono un libro
È uscito da pochi giorni un piccolo libro illustrato adatto alle giovanissime che racconta la storia di una giovane ragazza alle prese con i cambiamenti della pubertà e l’arrivo delle sue prime mestruazioni.
La protagonista del racconto è una giovane ragazza sportiva e intraprendente, che pur avendo una sorella maggiore e una mamma in casa, non è sicura di sapere proprio tutto in vista del fatidico momento.
Al contrario di “Aiuto ho le mie Cose!”, il primo libro per ragazze italiano sulle mestruazioni e un vero e proprio manuale di sopravvivenza in chiave ironica di cui abbiamo tanto parlato, questa è una delicata storia illustrata che tra le righe passa molti messaggi e informazioni importanti, alcune delle quali potrebbero essere nuove persino ai genitori.
Lasciatemi dire che la consulenza scientifica di Paola Greco e Francesca Rugi è stata preziosa!
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Come e quando parlare a una bambina di mestruazioni?
Ci sono cose delle quali non siamo state abituate a parlare. Anche quelle di noi che sono più informate e hanno meno pudore, difficilmente hanno avuto una vera e propria educazione mestruale. Solo da poco tempo si parla di mestruazioni anche in pubblico. Quante di noi hanno avuto un sereno confronto su questi temi con i propri genitori?
Spesso mamme e papà ci hanno chiesto come fare a parlare di ciclo mestruale con le loro figlie. Quando parlarne? Come? Anticipiamo noi le domande? Aspettiamo che siano loro a crescere? Buttiamo l’amo e vediamo se abbocca? A che età cominciare a parlarne?
Il menarca (prima mestruazione) mediamente arriva intorno ai 12 anni: è considerato normale avere il primo ciclo tra i 10 e i 14 anni ma ci sono bambine che hanno le prime mestruazioni già prima dei 9 anni e altre che si sviluppano più tardi.
Per questo credo sia giusto che anche le più piccole siano informate su quello che accadrà e che i loro genitori si preparino a rispondere alle loro curiosità anche pensando a un possibile menarca anticipato. Se lasciamo la porta aperta al dialogo, saranno loro a fare domande specifiche quando si sentono pronte.
Di cosa parla “i 28 giorni”
L’autrice è riuscita a scrivere una storia avventurosa e al tempo stesso morbida e delicata, cosa che mi ha persino un po’ sorpresa visto che avevo conosciuto Lia Celi soprattutto come sagace “battutista” su Twitter.
Proprio perché si tratta di un racconto di fantasia è adatto anche alle bambine più giovani che magari non si sono ancora fatte (o non hanno avuto il coraggio di fare) tante domande. Entreranno in contatto con questi argomenti attraverso gli occhi della giovane protagonista che vive questa avventura contornata di figure femminili e maschili positive e scopre che si può diventare grandi senza rinunciare ad essere se stesse.
Le bellissime illustrazioni di Ilaria Urbinati aggiungono quel tocco di grazia e humor che rende questo libretto una piccola chicca.
Il libro “i 28 giorni” come porta aperta verso il dialogo
In “I 28 giorni” non si parla di come scegliere un assorbente per ragazze, di come lavare una mutandine sporca o di come capire quando arriveranno le mestruazioni. (Anche se c’è la ricetta di una tisanina miracolosa!).
Si parla di una ragazza normale e delle sue prime curiosità, di come sia nata la paura delle mestruazioni, di come sia possibile vivere il ciclo in modo positivo e anche del perché dobbiamo “subire” tutto questo? C’è un motivo?
La storia è adatta soprattutto a ragazzine molto giovani (secondo me in età da elementari/prima media) e ai loro genitori. Lo consiglio per cominciare a buttare un semino dal quale far nascere altre conversazioni e possibilmente una felice vita mestruale.
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